Chirurgia Maxillo-Facciale - Faq

Dott. Marco Pedrazzoli - Milano

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Che cos'è la chirurgia maxillofacciale?

Quali sono i costi dei suoi interventi chirurgici?

Perché dovrei affidarmi alle sue cure?

Ho un tumore di Warthin alla parotide, è grave?

E' rischiosa un'operazione alla parotide? E' un intervento difficile?

Che cicatrice lascia un intervento alla parotide?

Che cos'è il rialzo di seno mascellare?

In cosa consiste l'estrazione del dente del giudizio?

E’ sempre possibile posizionare impianti osteointegrati per ricostruire i denti mancanti?

D. Che cos’è la chirurgia maxillofacciale?

R. La chirurgia maxillo-facciale è una specialità medico-chirurgica che si occupa di tutte le patologie a carico del distretto testa e collo.

E’ una specializzazione strettamente correlata ad altre discipline quali la chirurgia plastica, l’otorinolaringoiatria e l’odontoiatria, dalle cui competenze attinge per affrontare tutte le situazioni cliniche riguardanti lo scheletro facciale, i denti, i tessuti molli del volto e del collo e gli organi di senso.

Il chirurgo maxillofacciale si occupa della traumatologia dello scheletro facciale, delle malformazioni congenite e acquisite dell’estremo cefalico, di tumori della testa e del collo e del cavo orale sia nella fase demolitiva, sia in quella della ricostruzione, per cercare di ripristinare l’estetica e la funzione perduta; allo stesso modo si occupa di implantologia e di chirurgia orale in collaborazione con l’odontoiatra.

Altro campo di applicazione è quello della chirurgia dermatologica del volto, in collaborazione con il dermatologo, soprattutto per il trattamento di quei tumori della pelle che, per dimensioni o per sede particolarmente delicata, necessitano di competenze oncologiche e ricostruttive particolari.

Il chirurgo maxillofacciale, con l’esperienza maturata nella chirurgia maggiore, è lo specialista indicato anche per il trattamento delle problematiche estetiche del distretto testa e collo: la conoscenza profonda delle strutture anatomiche complesse permette infatti allo specialista di affrontare sempre con sicurezza ogni situazione clinica.

D. Quali sono i costi dei suoi interventi chirurgici?

R. Una comunicazione chiara e la fiducia tra medico e paziente sono due pilastri imprescindibili del mio operato.
Non trovo per questo corretto pubblicare un listino delle prestazioni erogate, in quanto la natura stessa dell'atto medico mi impedisce di potere generalizzare.

La valutazione di ogni singolo caso, dopo una visita approfondita, mi permetterà di formulare un preventivo personalizzato, chiaro, in nessun modo vincolante, che vi sarà recapitato con la modalità preferita.

La mia filosofia è quella del GIUSTO PREZZO: non ritengo eticamente corretto chiedere al paziente di sostenere costi eccessivamente gravosi, ma allo stesso tempo non voglio prendere parte alla corsa al low-cost cui molte volte si assiste in rete, troppo spesso con ripercussioni negative sulla sicurezza dei pazienti.

Mi impegno ad offrire la mia professionalità e serietà nella gestione del paziente, appoggiandomi ad alcune tra le migliori strutture sanitarie private della città di Milano per garantire la massima sicurezza sia durante l'intervento chirurgico sia nel periodo post-operatorio.

Sono reperibile 24 ore su 24 nel periodo post-operatorio; l'assistenza al paziente non si conclude all'atto della dimissione dalla clinica, ma si protrae nel tempo, per offrire sicurezza e serenità a chi ha deciso di affidarsi alle mie cure.

D. Perché dovrei proprio affidarmi alle sue cure?

R. Ogni atto chirurgico, anche il più semplice, può nascondere delle insidie e portare a complicanze anche gravi.

Ecco perché affronto con la massima serietà ogni situazione clinica. Il controllo della situazione non si limita solo alla preparazione chirurgica adeguata dell’operatore ed alle conoscenze mediche indispensabili per un dato intervento chirurgico, ma anche al contesto in cui si svolge l’intervento.

Eseguo interventi chirurgici solo in strutture autorizzate con comprovate caratteristiche di sicurezza ed assistenza, preparando adeguatamente il paziente al trattamento previsto, riducendo al minimo il rischio di infezioni operatorie.

L’assistenza anestesiologica durante l’intervento chirurgico, a cura di esperti professionisti che collaborano con me, tende ad eliminare l’aspetto del dolore e a ridurre le possibili complicanze legate a sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti o la formazione di ematomi.

Opero sempre assistito da professionisti di comprovata esperienza per questioni di sicurezza (al pari di un volo di linea: in cabina di pilotaggio devono sempre esserci due piloti!).

Il controllo maniacale del paziente nel periodo postoperatorio, eseguito in prima persona da me, è lo strumento più efficace per identificare precocemente qualsiasi problema ed affrontarlo tempestivamente prima che questo possa portare complicanze più serie.

Sono fermamente convinto che a contribuire alla bontà dei miei risultati ci sia anche l’aspetto umano di relazione con il paziente che ha deciso di fidarsi di me.

Non trascuro mai questo aspetto imprescindibile del mio lavoro, senza venire per questo meno alla professionalità richiesta dal mio ruolo. Solo così traggo grande soddisfazione dal mio operato e l’affetto che mi lega anche a distanza di tempo ai miei pazienti è testimonianza di questa armonia.

D. Ho un Tumore di Warthin alla parotide, è grave?

R. Il tumore di Warthin, altrimenti noto come cistoadenolinfoma, è un tumore benigno molto frequente che si localizza alla ghiandola parotide, secondo per frequenza solo all’adenoma pleomorfo (vedasi descrizione nella sezione dedicata).

Ha scarsa tendenza a degenerare in lesione maligna ma può spesso essere multifocale (avere più localizzazioni) e presentarsi bilateralmente (la parotide va sempre controllata bilateralmente).

La sua tendenza, se non operato, è quella di crescere progressivamente.

Una volta asportato non tende a recidivare.

D. E’ rischiosa un’operazione alla parotide? È un intervento difficile?

R. La difficoltà di eseguire un intervento chirurgico alla ghiandola parotide risiede in una caratteristica anatomica di questa struttura: al suo interno decorre infatti il nervo facciale, il VII nervo cranico, responsabile della motilità della faccia.

Ogni lesione accidentale di tale nervo durante un intervento alla ghiandola parotide per rimuovere un tumore benigno o maligno nel contesto della stessa si traduce in una paralisi facciale, che può essere solo di una parte del viso o di tutto l’emivolto, a seconda che siano interessati alcuni rami o tutto il nervo.

E’ necessario quindi essere estremamente delicati e precisi per evitare qualsiasi danno a carico di questa struttura così importante.

Alle volte, dopo un intervento di chirurgia parotidea, pur in assenza di una lesione del nervo facciale, si verifica una situazione chiamata tecnicamente “stupor”, ossia una transitoria ridotta o assente conduzione degli impulsi motori, espressione solitamente di un danno lieve causato da edema e compressione lieve.

Tale deficit è momentaneo ed esita solitamente in un recupero funzionale totale, pur generando una certa apprensione nel paziente.

D. Che cicatrice lascia un intervento alla parotide?

R. Le esperienze in ambito chirurgico oncologico ed in chirurgia estetica mi consentono di affrontare qualsiasi intervento alla parotide attraverso un accesso chirurgico che lascia il minor reliquato estetico possibile, cioè attraverso una incisione simile a quella del lifting facciale nella sua porzione davanti all’orecchio, parzialmente nascosta dentro il condotto uditivo esterno, e nascosta dietro l’orecchio e nei capelli nella sua parete posteriore.

Questo accesso consente un adeguato controllo del campo operatorio senza lasciare cicatrici visibili deturpanti al volto.

D. Che cos’è il rialzo di seno mascellare?

R. Il rialzo di seno mascellare è una procedura chirurgica eseguibile ambulatorialmente per consentire il posizionamento di impianti osteointegrati nei settori posteriori del mascellare superiore, quando la quantità di osso residuo non permette il posizionamento degli impianti (solitamente con una altezza ossea residua di 4 mm) oppure quando il posizionamento degli impianti è possibile, ma è comunque necessario sollevare la membrana del seno mascellare per ricostruire l’osso attorno all’impianto e garantirne quindi la durata nel tempo.

Il rialzo di seno può essere eseguito per via crestale (per piccoli difetti ossei) oppure mediante un accesso chirurgico alla parete laterale del seno mascellare, realizzato mediante chirurgia piezoelettrica, con l’ausilio di ultrasuoni.

La membrana mucosa del seno mascellare viene delicatamente sollevata verso l’alto ed a livello del pavimento del seno mascellare viene rigenerato l’osso mediante diverse tecniche, che possono prevedere l’impiego di osso autologo (prelevato dallo stesso paziente in una zona dove vi sia abbondanza di osso) o omologo (osso di banca) o eterologo, impiegando diversi tipi di biomateriale.

L’intervento chirurgico è assolutamente indolore e non prevede l’esecuzione di alcuna incisione aggiuntiva rispetto a quella eseguita per l’esecuzione di impianti osteointegrati.

L’unico disagio per il paziente può essere legato ad un leggero gonfiore nei giorni successivi all’intervento.

D. In cosa consiste l’estrazione del dente del giudizio?

R. L’estrazione dei terzi molari superiori o inferiori è una procedura cui spesso vengono sottoposti i pazienti, in particolar modo quando questi elementi sono cariati oppure se si trovano in posizioni anomale che possano minacciare la salute dei molari vicini.

Se l’estrazione dei molari superiori non presenta grandi difficoltà, l’asportazione dei denti del giudizio inferiori può invece nascondere delle insidie.

La vicinanza di strutture nervose importanti come il nervo alveolare inferiore ed il nervo linguale, impone uno studio dell’intervento ed una tecnica chirurgica corretta volta a prevenire un danneggiamento accidentale di queste strutture nervose.

La lesione del nervo linguale è sempre evitabile con una corretta incisione chirurgica, impiegando protettori per il nervo durante l’uso di strumenti rotanti o utilizzando la tecnologia degli ultrasuoni.

Il nervo alveolare inferiore deve essere studiato attentamente con la radiologica convenzionale (ortopantomografia) e con l’impiego di esami più dettagliati quali la TAC dental scan, in modo da conoscerne l’esatta posizione prima dell’intervento chirurgico e poter quindi compiere tutte le manovre chirurgiche corrette volte alla sua conservazione.

D. E’ sempre possibile posizionare impianti osteointegrati per ricostruire i denti mancanti?

R. L’implantologia è uno strumento molto importante per poter effettuare la riabilitazione protesica degli elementi dentari mancanti. L’impiego di questa metodica è oramai estremamente collaudato ed i risultati ampiamente predicibili.

Oltre a tutte le condizioni mediche generali che controindicano il posizionamento degli impianti, ci sono situazioni cliniche particolari in cui, o a causa di atrofie marcate (ridotta presenza di osso in seguito all’assenza di elementi dentari da molto tempo) o di altre situazioni particolari (esiti di pregresse infezioni/ascessi o di traumi a livello mascellare o mandibolare), gli impianti non possono essere posizionati immediatamente ma solo dopo avere effettuato delle procedure di ricostruzione dell’osso mancante.

Questi interventi, nella maggior parte dei casi eseguibili ambulatorialmente in anestesia locale, possono essere innesti ossei, rigenerazione ossea guidata (GBR) o procedure quali il grande rialzo di seno mascellare, in cui viene sollevata la membrana del seno mascellare per rigenerare osso a livello del pavimento del seno mascellare.

D. Sento un click davanti all’orecchio quando apro la bocca. Di che cosa si tratta?

 R. La presenza di rumori articolari durante l’apertura e la chiusura della bocca è un riscontro molto frequente nella popolazione generale.

Nella maggior parte dei casi non rappresentano una malattia da curare e le persone affette non necessitano di alcun trattamento medico.

I rumori articolari, riferiti come presenti davanti o dentro l’orecchio, sono il risultato di una incoordinazione a livello della articolazione temporomandibolare (ATM) tra disco legamenti e condilo mandibolare.

Spesso il click è causato dalla ricaptazione del disco articolare a livello dell’articolazione dopo una sua lussazione: durante l’apertura della bocca il disco articolare momentaneamente si disloca anteriormente per venire poi ricaptato in articolazione, producendo il tipico rumore.

Quando a questi disturbi si associano difficoltà all’apertura della bocca, dolori articolari o episodi di blocco articolare (si rimane bloccati a bocca aperta oppure a bocca chiusa) è necessario consultare un chirurgo maxillofacciale ed il proprio odontoiatra di fiducia.

Una valutazione chirurgica associata a quella gnatologica può stabilire quale sia il corretto percorso diagnostico-terapeutico per affrontare al meglio il problema, analizzandone approfonditamente le cause.

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